Spesso i musicisti che si apprestano a registrare in studio, non prestano troppa attenzione alle condizioni del loro strumento. Forse si pensa che un po’ di equalizzazione, di compressione e, magari, di autotune possano migliorare un suono in partenza mediocre e ci si arrende alla pigrizia di chi pensa “tanto c’è il fonico”. Nonostante mi capiti spesso di dover fare qualche “miracolo”, la verità è che non sempre i trucchi di un fonico funzionano e se, comunque, affrontiamo la produzione con la mentalità del “fix in the mix”, partiamo col piede sbagliato. Infatti, se c’è una cosa che ripeto sempre (forse alla nausea) a chi segue i miei corsi, è che la produzione è come una catena: è tanto forte quanto l’anello più debole. Con questo intendo che uno strumento che suona male prima di essere catturato da un microfono, suonerà male anche dopo essere stato mixato. Sarà semplicemente una versione più raffinata di un brutto suono.
In questo articolo, vi propongo una lista di cose che chitarristi e bassisti dovrebbero controllare prima di registrare.
Lo stato delle corde. Sono vecchie? Forse bisognerebbe cambiarle. C’è chi cambia le corde prima di ogni sessione di registrazione e chi le cambia prima di registrare ogni brano. La verità è che tutto dipende dal suono che si vuole ottenere. Le corde nuove hanno più sustain e più brillantezza, ma se registriamo un brano in stile Motown, forse cambiarle non è la soluzione migliore. Nella maggior parte dei casi, però, le corde vecchie creano problemi al fonico, dato che le armoniche del suono che esse producono sono molto basse in livello. Questo vuol dire che il basso, per esempio, scomparirà se lo ascoltiamo su casse piccole… e non è cosa da poco! Mentre per i chitarristi cambiare le corde prima di ogni sessione di registrazione non dovrebbe essere un grosso problema, comprare una muta di corde per basso è un piccolo investimento. Certo si può bollirle, ma ho trovato un video che mostra una soluzione più rapida, che credo vi piacerà. 😉
La action, ovvero l’altezza delle corde. Non è solo una questione di comodità, la action cambia il suono del vostro strumento e non di poco. Un’action più alta aumenta la risonanza (le frequenze basse) e il sustain e la le corde non sfrigolano come con un’action più bassa. Sicuramente una chitarra dalle corde alte è difficile da suonare, ma il suono diventa più grosso. Vi posto una dimostrazione di Massimo Varini: se non volete guardarlo tutto, saltate al decimo minuto, sull’esempio dello strumming, e noterete che le differenze sonore sono tutt’altro che sottili.
Le vibrazioni. Non il gruppo musicale, ma viti o strap button allentati che sferragliano, crepe nel legno che scricchiolano, ecc. Tenete conto che non state suonando in live: in studio tutto viene ripreso ed amplificato, anche i minimi rumori.
L’altezza dei pickup. Anch’essa influisce molto sul suono. Quando i pickup sono vicini alle corde, aumenta non solo il volume di ripresa, ma anche la brillantezza e quando sono troppo alti possono addirittura ridurre il sustain, dato che la vibrazione delle corde sarà smorzata dai magneti. Al contrario, quando i pickup sono bassi il suono si scurisce e il volume decresce. Il caso peggiore, però, è una regolazione dei pick up che rende il volume e il timbro di una singola corda diverso dalle altre.
Il potenziometro del volume. Ebbene sì, anch’esso cambia il tono del vostro strumento. Non sempre alzarlo al massimo vi fa ottenere il suono migliore. Senza contare il fatto che sette volte su dieci ci accontentiamo di potenziometri che sfrigolano o che creano intermittenza.
La regolazione del diapason, ovvero l’intonazione dei tasti. State suonando l’assolo più bello o la linea di basso più trascinante della vostra vita; passate dalla corda a vuoto al dodicesimo tasto e.. bam! ..la nota stona. Seriamente… regolate il diapason.
Il Truss Rod. La sua regolazione, oltre alla sensazione di tensione sotto le dita, cambia leggermente il suono. Non me la sento di consigliarvi una regolazione fai da te del Truss Rod, sebbene possibile. Servitevi di un bravo liutaio e tutto andrà bene.
Il livello di idratazione dello strumento. Una chitarra o un basso sono pur sempre strumenti acustici, fatti di legno, materiale che cambia, si adatta, praticamente vivo. Se non adeguatamente idratato, il legno modificherà il suono del vostro strumento. Generalmente, più secco è il legno e più sottile sarà il suono. Un legno secco, però, può formare crepe e accorciare la vita del vostro strumento: cercate di conservarlo in un ambiente con umidità intorno al 50% e di tanto in tanto pulitelo con dell’olio al limone.
E infine… avete accordato? Sicuro sicuro?
L’autore
Lavoro da oltre 10 anni come ingegnere del suono, muovendomi tra l’Inghilterra, dove vivo, e l’Abruzzo, la mia terra di origine. Ho studiato musica e audio in Italia e all’estero, conseguendo diverse certificazioni professionali...[ Continua ]
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